C’è posta per noi: La storia di Francesca e del suo Alpino.

//C’è posta per noi: La storia di Francesca e del suo Alpino.

C’è posta per noi: La storia di Francesca e del suo Alpino.

” Ciao a tutte!!
Mi presento, sono Francesca, ho 27 anni e sono l’altra metà della divisa da 3 anni e 8 mesi passati.
Il mio Lui è un alpino ed esercita in Trentino, mentre io vivo in Lombardia e lavoro a Milano, sono una fisioterapista.
Fortunatamente la legge è dalla nostra parte perchè io faccio parte di quella piccola fetta di donne di miltari che sono riuscite ad ottenere un lavoro statale, in quanto lavoro in Ospedale e grazie al cielo a tempo indeterminato…quindi un domani, se mai avessimo necessità di un trasferimento, potremmo far conto su quella legge.

Il mio Lui si chiama Emanuele, e la nostra storia è una storia di una vita, perchè siamo amici da sempre…almeno 13 anni…ma ci siamo riscoperti innamorati nel Febbraio del 2011. E lì tante ansie e preoccupazioni perchè testa e cuore combattevano fra di loro…sai che lavoro fa e credi di sapere a cosa vai incontro e allora hai paura…non sai cosa fare, se lanciarti o no…ma alla fine vince il cuore…la vostra storia inizia in punta di piedi, tra una cioccolata, una pizza e una passeggiata in centro e quel bacio rubato nel freddo di febbraio, coperta dal suo cappotto che ti aveva ceduto perchè avevi troppo freddo…e lui era già temprato dai freddi climi alto-atesini.

E da lì la prima promessa: “Ti prometto che cercherò di tornare a casa tutti i weekend, per stare con te, perchè ora siamo in due, e devo pensare anche a te…”…che devo dire è stata davvero mantenuta combattendo, naja permettendo, ovviamente.
Ed io ancora ad arrabattarmi in settimana per riempirmi di impegni, per non pensare, per non sentire troppo la sua mancanza…a sentirmi dire “ma come fai?”, “ma non riposi mai??”… No, non riposo, non ne ho tempo, non ho voglia, non POSSO pensare troppo. I primi anni passati ancora a casa dei miei, tante litigate perchè il tempo era poco e lui doveva gestire i suoi genitori che abitano in Lombardia e che lo ospitavano e me, che ero ancora a casa dei miei, dove quindi non c’era lo spazio e il tempo adatto a trascorrere un weekend sereno di coppia…vivendo ogni singolo minuto con dedizione e grazia, come solo chi è dentro in queste storie capisce…

La follia e le cose di getto ci hanno sempre caratterizzato…a partire dai primi giorni…un incidente brutto in addestramento sugli sci causa a Emanuele un trauma cranico che fortunatamente non ha portato ad esiti se non ad un’amnesia dell’evento e del passato recente, solo nelle prime ore dopo il trauma…non ricordava quando fosse nato…e non si ricordava di me…ma fortunatamente è durato poco!!..e dolori ovunque, la faccia piena di tagli….
Ovviamente a Emanuele spettavano dei giorni di infortunio…e avrebbe dovuto fare la visita a Milano all’ospedale militare…e in quel contesto quindi lui si percorse la strada dal Trentino a Milano da solo, tutto dolorante, per fare la visita…e poi decise di raggiungermi a Genova, facendomi una sorpresa…in quanto mi trovavo li per aggiornamenti di lavoro. Lì la gioia nel vederlo….estrema e totalizzante: fu la prima volta in cui mi disse che mi amava.

Vacanze prenotate in Corsica a cui abbiamo dovuto rinunciare per il corso roccia…avviso arrivato circa due settimane prima della prevista partenza…prime liti interiori( e non) con la madre Esercito…e così che iniziavo a capire cosa voleva dire rispettare ordini e partenze per corsi vari. Quelle vacanze ovviamente non sono state le uniche sognate a cui abbiamo dovuto rinunciare.
Ma mi ricordo che in quella circostanza presi la macchina e guidai con sua sorella fino al passo del Falzarego per vedere tutti quegli omini verdi esibirsi e dimostrare quanto sono addestrati nell’arrampicata…fumogeni, aerei mangusta, discese in corda doppia…e io sempre a cercare il suo sorriso che mi riempiva.

Appena finito il corso la partenza per Caserta: strade sicure, 4 mesi. Fortunatamente ce la siamo gestita in modo decente, ogni 15-20 giorni cercavamo di vederci, Emanuele prendeva l’aereo per tornare a casa in Lombardia nei giorni di riposo…ed io sono scesa una volta, facendogli una sorpresa…mi ricordo ancora il cuore in gola e la gioia che avevo nel cuore quel giorno. Fino ad allora il massimo periodo di lontananza fu un mese…ed anche li al suo rientro in aeroporto andai a prenderlo e rimanemmo abbracciati almeno dieci minuti a respirarci, li fuori, sospesi nel tempo, felici come solo noi potevamo essere in quel momento.

Da lì in poi fu sventata una partenza per l’Afghanistan, che a me terrorizzava, ma con suo grande lutto…abbiamo dovuto affrontare un momento difficile, in quanto lui avrebbe voluto molto partire come culmine di realizzazione di una carriera ed un ruolo tanto sudato ed agognato. Abbiamo affrontato la sua crisi e ne siamo usciti vincitori.
Da lì poi lo aspettava una grande sorpresa che fu l’oro ai Ca.s.t.a., tanto sudato…con molta fatica…ma fu un grande successo che permise a Emanuele di riconquistare un po’ di fiducia nel suo lavoro.
E io fui presente…mi ricordo che presi ferie dal lavoro, un paio di giorni…mi misi in macchina per farmi 5 ore e mezza di guida per arrivare in Val Pusteria di tirata, con dieci minuti di pausa…perchè sapevo che sarebbe andata bene e che per lui sarebbe stato un momento importante. Fu una sfacchinata e presi un sacco di freddo…li ferma a guardare tutte le truppe in bianco dei vari reggimenti…con fucile e sci ai piedi…che davano il meglio…fui orgogliosa di lui, e felice di partecipare a quel momento.

Poi di nuovo strade sicure, questa volta per me più vicino, nei dintorni di Torino per la TAV…di nuovo a vederci ogni dieci giorni….e io ad organizzarmi per fargli una sorpresa al suo compleanno e farmi trovare nel bar prescelto da lui, per un supposto aperitivo di festeggiamento coi colleghi…tutti complici!…quell’anno però il mio compleanno lo passai da sola, con le amiche..ma lui non c’era.

Quest’anno ho avuto il coraggio di fare una scelta tattica ed andare a vivere da sola, nel paese di Emanuele in Lombardia, poco distante dal mio, ma con l’autonomia di vivere davvero la coppia e la convivenza nel weekend. Questa cosa ci ha rafforzato e ha fatto crescere il nostro amore…ne avevamo bisogno e ce lo meritavamo, fu una manna dal cielo per il nostro rapporto a distanza.

Ed ora eccoci qui….io ad aspettare la fine del mese prossimo….ora il momento è arrivato davvero, di affrontare le difficoltà e la partenza all’estero per 6 mesi. A tratti piango, a tratti mi sento forte…e so che devo esserlo per entrambi. Fortunatamente in questi pochi anni ho conosciuto delle splendide seppur non molte persone tra colleghi e altre metà…che riescono a fornirmi un sostegno ed una vera amicizia, come solo noi mimetici sappiamo, sappiamo dare il valore alla presenza dei cari.
Giusto ieri ce la siamo tatuata, quella dannata e amata penna, che reca gioie e dolori ad entrambi…per farci sentire più vicini, più “Nostri” di quanto già non siamo…e forse serve ad illuderci che ci terrà un po’ compagnia nei momenti di sconforto…averci li vicini, sulla pelle.
Sono spaventata ma sento che proprio ora posso dire che il mio amore è più forte e che questa prova ci rinsalderà…per non parlare del fatto che ci siamo promessi una casa e sogniamo il matrimonio. Ho una grande compagna di viaggio che è la morosa di un suo collega nonchè amico…stiamo cercando di farci forza.
Ogni tanto mi chiedo da dove riuscirò a tirarla fuori….spesso non so darmi risposta e nemmeno dirmi se riuscirò…ma alla fine sono sempre caduta in piedi.

Forza donne mimetiche! Un abbraccio.

Francesca”

Ringraziamo di cuore Francesca per aver condiviso con noi la sua bellissima storia. Se anche voi desiderate raccontarci la vostra potete farlo scrivendoci a info@www.laltrametadelladivisa.it e la pubblicheremo sul nostro sito.

By |2014-10-30T09:37:42+01:00Ottobre 30th, 2014|Categories: Posta per Noi|Tags: , |0 Comments

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