OPSEC e Bambini: anche i più piccoli possono fare la loro parte! – tradotto e liberamente rivisitato da Deborah Croci

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OPSEC e Bambini: anche i più piccoli possono fare la loro parte! – tradotto e liberamente rivisitato da Deborah Croci

Una delle parti più difficili dell’essere genitore in una famiglia militare, è spiegare ai più piccoli cos’è l’OPSEC (o Operational Security) nella maniera corretta, evitando di generare panico inutile nel bambino. Se ci pensiamo bene, è già molto difficile per noi adulti tenere a mente che un semplice stato Facebook, un post su Twitter o una foto pubblicata on line, potrebbero mettere in serio pericolo la privacy e l’incolumità della nostra famiglia, se finiscono nelle mani sbagliate. E allora come si può far comprendere ad una generazione che è continuamente incoraggiata a rendere pubblico ogni singolo momento della propria giornata, l’importanza di mantenere riservate determinate informazioni per evitare di far correre gravi rischi alle persone che amano?

Ecco alcuni consigli per rendere più facile la comprensione dell’OPSEC ai bambini e ragazzi:

1- COSA EVITARE:

Un genitore dovrebbe innanzitutto evitare di spiegare l’OPSEC al proprio figlio, se non sa esattamente di cosa si tratta nello specifico. I bambini sono curiosi e fanno molte domande di solito e se non si è in grado di rispondere esattamente dando indicazioni precise su come bisogna e non bisogna comportarsi, si rischia di generare confusione nel bambino, oltre che un senso di disorientamento ed insicurezza. Non limitatevi dunque a dire a vostro figlio che ‘non deve mai dare dettagli sulla missione del padre/madre’. Risulterebbe troppo vago. Attrezzatevi per tempo per fornire esempi concreti per esempio su cosa è possibile e cosa è meglio omettere di dire in una conversazione con gli amici o su facebook/web. In generale specificare di NON rivelare mai dettagli sul compito specifico del proprio caro in missione, sul dove si trova (è ammesso rivelare lo stato in cui è in missione, nulla di più), sul periodo di permanenza e nello specifico date di partenza/rientro. (Per maggiori info sull’OPSEC potete leggere anche gli altri approfondimenti sul nostro sito).

2- LE EMOZIONI:

La prima cosa da fare come genitore, è far capire ai vostri figli che possono fidarsi di voi. Fate in modo che si sentano liberi di parlare con voi di come si sentono. Incoraggiateli a condividere con voi, o con le persone adulte o coetanee di cui si fidano, le loro emozioni, le loro sensazioni, le loro ansie e paure rispetto alla missione che il loro papà/ la loro mamma stanno affrontando. Cercate di mettere l’accento sull’importanza del ‘dialogo’ in famiglia, con gli amici, con le persone con cui possono confrontarsi nella loro vita quotidiana, facendo loro capire che riversare i loro stati d’animo, la loro rabbia e la loro frustrazione, il loro senso di disorientamento on line, magari attraverso uno stato Facebook, potrebbe portarli a scrivere di getto, senza ragionare, in modo impulsivo e senza controllo, con il conseguente rischio di rivelare dettagli di sè o della situazione che la loro famiglia sta vivendo, rendendola vulnerabile ed esposta ad attacchi esterni inaspettati.

3- PROTEZIONE:

Piuttosto che spiegare a vostro figlio l’OPSEC facendola passare come una serie di regole ed imposizione che limitano la sua libertà di espressione, presentatela come un’occasione per lui di fare la sua parte per salvaguardare l’incolumità del proprio caro in missione e della propria famiglia. In genere infatti i figli dei militari sono molto orgogliosi della professione che svolge il proprio genitore, lo vedono come un eroe forte ed invincibile e dovreste far loro capire che seguire l’OPSEC non solo permette loro di giocare un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza delle persone che amano, ma è anche un modo per essere anch’essi degli eroi e di dare il loro contributo al buon esito della missione. Per un bambino è importante sapere di essere parte attiva della missione, di essere partecipe a modo suo nel lavoro del genitore, piuttosto che sentirsi escluso o addirittura limitato da regole e normative che vanno al di là della sua comprensione e che rischiano di allontanarlo dal genitore lontano, o peggio ancora di generare un conflitto tra il genitore ed il bambino che tenderà a mal sopportare quel lavoro che porta il proprio papà o mamma sempre più lontano da lui.

3- FARE LA ‘GUARDIA’:

Un altro modo per coinvolgere vostro figlio nel rispetto dell’OPSEC è quello di farlo diventare la vostra ‘guardia’. E’ una specie di gioco che lo aiuterà ad imparare le regole, osservando quello che dite e correggendovi se sbagliate. Capita infatti a tutti noi adulti di cadere nell’errore e di rivelare a volte dettagli che non dovremmo. Date a vostro figlio il ruolo di ‘guardia’ ed autorizzatelo a fare attenzione e rimproverarvi se dovesse accorgersi che state violando le regole. Ovviamente fate anche voi lo stesso con lui. Si sentirà importante e imparerà che la collaborazione, l’ascolto, l’aiuto e la fiducia nell’altro sono fondamentali non solo in questo caso, ma in linea generale.

4- RIPASSARE INSIEME LE REGOLE PER UNA NAVIGAZIONE SICURA:

Anche se i bambini di oggi sono bombardati continuamente con messaggi che ricordano loro l’importanza di una corretta e sicura navigazione sul web, non guasta mai fare un piccolo ripasso periodico delle principali regole da rispettare e comportamenti da evitare, soprattutto in preparazione della partenza in missione di un genitore, con un approfondimento specifico sull’OPSEC. Non dilungatevi troppo. Rischiereste di perdere la sua attenzione. Limitatevi a chiarire che una conversazione in una chat non comporta che la persona con cui stanno ‘parlando’ diventi la loro migliore amica e che quindi possano permettersi di rivelare informazioni personali che riguardano la loro situazione o quella della loro famiglia, inclusi i dettagli della missione del padre o madre.

5- CONSIGLIO GENERALE:

Spesso, in qualità di adulti, dimentichiamo che effetto faccia su un bambino tutto questo discorso del ‘mantenere delle informazioni segrete e riservate’, ‘non dire e non rivelare’, quasi come se i grandi avessero stabilito di escluderti in quanto bambino e di mantenere dei segreti con te ed escludendoti da una parte della loro vita. I bambini potrebbero prendere questa omissione di informazioni riguardo il vostro lavoro di militari, alla vostra missione, al vostro ritorno come una dimostrazione del fatto che non avete abbastanza fiducia in loro, come una mancanza di affetto nei loro confronti e non come una precauzione da parte vostra per proteggerli durante la vostra assenza.

E’ quindi fondamentale dare loro informazioni sufficienti e di facile comprensione anche in base alla loro età, affinchè possano comprendere quanto starete lontani e rassicurarli che tornerete da loro, senza dare dettagli troppo specifici perchè sapete essere troppo importanti per essere rivelati e gestiti da un bambino.

6- FATE SQUADRA!

Ribadiamo infine che la regola più importante da seguire come genitori e come famiglia militare è quella di dare ai vostri figli le giuste informazioni in modo da non spaventarli, ma di coinvolgerli e di far loro capire che anche in questa situazione loro sono importanti e potranno fare la loro parte nella vostra squadra.

 

(Articolo tratto da http://www.veteransunited.com/family/opsec-social-media-and-talking-to-children/ )

(Tradotto e liberamente rivisitato da Deborah Croci)

shhh

 

By |2018-08-22T15:16:02+02:00Agosto 22nd, 2018|0 Comments

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