Supporto psicologico alle famiglie militari: alcune considerazioni. – di Rachele Magro

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Supporto psicologico alle famiglie militari: alcune considerazioni. – di Rachele Magro

Leggevo i commenti a un post inserito in pagina martedì 16 dicembre sull’ennesimo suicidio nelle Forze Armate e mi sono permessa di prendermi un po’ di tempo di riflessione senza intervenire nella discussione, ricca di diversi punti di vista, per non diventare preda della mia impulsività e passionalità rispetto ad un argomento che mi sta a cuore da circa 10 anni e su cui , sulle mie esperienze, mi sono fatta le ossa. Lecito il desiderio di affermazione di chi conferma la presenza di consultori militari, sicuramente gestiti da professionisti preparati e volenterosi.

Il punto è’ un altro però, e raccoglie diversi aspetti; in primis l’ascolto: se già solo un piccolo gruppo di persone richiama l’attenzione sulla accessibilità al servizio psicologico di supporto o sulla non sufficiente distribuzione sul territorio, dovremmo almeno fermarci ad ascoltare e chiederci cosa di meglio possiamo fare, chi deve e può fare meglio, e soprattutto come. In secondo luogo siamo soggetti a continua mutamenti poiché i contesti cambiano, così come i processi sociali. Negli anni mi sono resa conto che soprattutto le famiglie militari hanno bisogno di essere sensibilizzate, informate e soprattutto ho preso coscienza di quanto sia importante attivare quei processi di normalizzazione dei correlati emotivi che spesso accompagnano queste famiglie non solo nei momenti critici ma anche e soprattutto nella normale vita quotidiana.

Per cui la cosa migliore che possiamo fare è porci in ascolto sperando di trovare i mezzi e le risorse giuste per migliorarci, perché sempre si può fare. Ho sempre pensato al servizio offerto dalla nostra Associazione, in continuità piuttosto che in opposizione ai vari consultori o attività di sostegno offerte dall’interno dell’Istituzione, senza recriminare competenze o specificità. Ognuno fa ciò che può, come può e sicuramente al meglio delle proprie risorse e capacita’. Sono le sinergie, le collaborazioni, le aperture verso nuovi progetti e prospettive che possono far funzionare al meglio il meccanismo spesso complesso e farraginoso del supporto alle famiglie militari senza che ciò tolga identità o riconoscimento a nessuno degli attori in gioco.

Per tale motivo abbiamo scelto la costituzione del Protocollo con il CNOP perché la rete si costruisce con i contributo di tutti anche con la costruzione di piccoli nodi, di ridotta portata forse, ma utili sempre. Per tale motivo abbiamo scelto di aprire uno sportello di ascolto gratuito per i nostri soci, che oggi ha territorialità solo a Viterbo ma abbiamo già attivato colleghi pronti a costruirne di altri anche in altre città. Per tale motivo ogni giorno cerchiamo occasioni di colloquio e di scambio con le Istituzioni perché solo così lavorando al fianco l’uno dell’altro possiamo rendere realizzabile questo progetto di benessere a grande impatto sociale. Ed abbiamo bisogno di tutti , anche di chi in questo momento ha speso anche un solo attimo del suo prezioso tempo per leggere questo articolo e riesce a portarsi via il senso ed il valore di una collaborazione attiva, volontaria, gratuita a favore di un ‘altro che oggi ha bisogno di una mano amica.

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By |2014-12-19T10:57:28+01:00Dicembre 19th, 2014|Categories: Esperti|Tags: , |0 Comments

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