C’è posta per noi: La storia di Elena

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C’è posta per noi: La storia di Elena

“Due anni fa, in questo periodo, non avevo ancora capito cosa sarebbe potuto accadere alla mia vita, quale svolta avrebbe subito e che piega avrebbe preso. La busta gialla e pesante, per lui buon segno e simbolo di un nuovo inizio, per me era solo un macigno da dover aprire e leggergli.

Due anni fa in questo periodo avevo solo paura, che tutte le mie certezze venissero spazzate via, che il mio amore sarebbe stato spedito lontano, che non ci saremmo visti spesso e che piano piano il nostro legame si sarebbe sciolto.
Alcune delle mie paure in effetti erano concrete, me ne sono accorta con il tempo, il mio fidanzato, dopo 2 anni e mezzo insieme, di cui uno e mezzo di convivenza se ne era andato, arruolato nell’esercito, una cosa ormai così normale, in quei giorni mi sembrava davvero assurda, era stato mandato a Chieti, al RAV.
Io non capivo niente di tutto quello che mi circondava, pativo solo la lontananza e vivevo nella speranza che il weekend arrivasse in fretta per poterci vedere, poi arrivarono le fregature, i weekend di piantone ed io, la speranza,iniziavo a perderla. Le paure che avevo prima della sua partenza iniziavano ad essere reali, ci vedevamo sempre meno.
Ricordo che in quel periodo la pazienza iniziava a scarseggiare, per quanto avessi un fidanzato meraviglioso, costantemente presente con telefonate, sms e skype, mi sentivo sola. Le amiche non capiscono quello che si passa in una situazione del genere, sanno solo dire  “Fattene una ragione, troverà un’ altra.” Le amiche a volte non servono a niente se non vivono la stessa vita.
Passarono i mesi e dopo il giuramento arrivò la destinazione, PINEROLO (TO).
Sempre più lontano, quasi 500 km, mezza Italia tra i piedi e trenitalia con i suoi prezzi assurdi. Nel giro di poco tempo diventai una super esperta del risparmio per i viaggi, alberghi a basso costo, orari meno costosi, tessere fedeltà, ero pronta ad affrontare tutto.
Sì, perché arriva un momento dove devi dare una svolta alla vita, devi capire se vuoi combattere per il tuo uomo ed il vostro futuro o arrenderti e mollare tutto; io decisi di rimboccarmi le maniche ed iniziare a viaggiare da Poggibonsi (Siena) a Pinerolo (Torino) 2 volte al mese, per stare con lui 2 giorni e poi tornarmene a casa, con un po’ di malinconia, tanta gioia nel cuore e la certezza di un amore forte più di ogni difficoltà. Spesso veniva lui a casa, andarlo a prendere in stazione era stupendo, il suo borsone dell’esercito buttato a terra nella nostra camera per 2 giorni, mi faceva sentire completa e felice, beh eravamo talmente forti che dopo qualche mese a reparto, il Nizza cavalleria decise di metterci alla prova ancora e così fu spedito a Torino per strade sicure, 3 mesi ci avevano detto, 3 mesi e poi una bella licenza, 3 mesi senza un bfs, niente di concesso, solo qualche viaggio che facevo io per andare su, lui non poteva scendere per via delle regole della caserma e i 3 mesi in fretta divennero 4, poi 5 alla fine 7!
Sette mesi di Strade sicure, credevo di impazzire, orari impensabili, turni impensabili, incontri rovinati da chiamate dell’ultimo minuto per montare di turno al posto di qualcuno che non si era presentato. Sette mesi interminabili, ci portarono alle peggiori litigate, una relazione portata allo stremo, non c’era il tempo per niente, non bastava per sentirsi o vedersi, non bastava per poter litigare e chiarire, tutto rimaneva sospeso a mezz’aria e il cuore faceva sempre più male. La fine dell’anno arrivò in fretta, con lei la paura di tornare a casa, di non ricevere la rafferma, il concorso da allievo maresciallo non era andato bene e l’unica consolazione era che se non avesse avuto la rafferma saremmo tornati a vivere insieme… ma fortunatamente arrivò. Una donna non può che gioire della felicità del proprio uomo e così firmò il foglio che ci tenne ancora lontani e fece proseguire quest’ avventura di strade sicure.

La vigilia di Natale, il Natale e tutte le altre feste le passò al lavoro, lontani ancora una volta, ci aspettavamo almeno una festa insieme invece niente, sotto l’albero per me non c’era lui, non c’era la sua presenza, ma qualche lacrima ed il cuore vuoto.
Mai avevo bramato la fine delle festività così fortemente!
L’unica cosa che ricordo con gioia di quel periodo, sono i suoi colleghi e qualche mia amica. Ogni volta che ci sentivamo per telefono due suoi colleghi erano sempre al suo fianco, so che non lo hanno mai lasciato solo, si sono sempre tenuti compagnia ed è per questo che adesso siamo diventati molto amici.
Le mie amiche invece… loro sono amiche speciali, conosciute su internet, tutte donne di militari come me, sempre con una parola buona, sempre pronte a sostenerci l’una con l’altra.
Conoscerle è stata una fortuna, facebook e “L’altra metà della divisa” hanno fatto la differenza, passare un periodo particolare, come questi 2 anni lo sono stati per me, con persone che vivono e capiscono la tua situazione è fantastico, hai una valvola di sfogo concreta, puoi parlare liberamente senza sentirti dare della pazza, puoi sentirti una mano sulla spalla che ti da conforto, anche a km di distanza e grazie a queste persone i mesi sono volati via.
La fine dei 7 lunghi mesi arrivò insieme al trasferimento.
Da un giorno all’altro il bellissimo basco da cavaliere venne sostituito da un cappello meraviglioso… IL cappello con la penna nera. Era diventato un alpino. Era fiero e felice di quel trasferimento, il 3° Rgt Alpini di Pinerolo era la sua nuova casa. Ma la tranquillità durò solo 3 mesi… dopo di che strade sicure tornò nelle nostre vite, per altri 4 lunghi mesi.
Come se non bastasse, durante strade sicure, il mio fidanzato studiava per il concorso vfp4, non ci sentivamo mai. Staccava da lavoro, mangiava, mi chiamava ed andava a studiare, ogni giorno così, fino al momento del concorso. Tremavamo in quei giorni… non poteva pensare ad un fallimento, quel concorso doveva essere superato, c’erano progetti su progetti in ballo, la nostra vita insieme, una casa per tornare a convivere e tante, tante cose… che purtroppo… dovremo rimandare, perché il concorso non è stato superato per un soffio, per quella manciatina di punti che serviva, per quel briciolo di fortuna che non ci è mai stata accanto.
Così, dopo la bellezza di 2 anni di servizio ed 11 mesi di strade sicure finisce tutto.

Ed eccomi qui stasera, guardo il calendario ed ancora non ci credo che domani 5/12, il mio soldato verrà congedato. Lui in tutto quello che ha fatto ha messo il cuore e la passione. Il sogno che diventa realtà e che adesso ha trovato un piccolo ostacolo, verrà comunque realizzato a pieno, ha deciso che nella vita la mimetica farà sempre parte di lui, che basta solo pazientare un po’ per poi ripartire più forti di prima; certo la delusione adesso è tanta e ci saranno momenti difficili che supereremo insieme.
Il mio uomo sta tornando a casa, sta tornando da me, per noi!

Ho raccontato a voi la nostra storia, perché è grazie a voi che sono riuscita a resistere a tutto questo.
C’è una persona meravigliosa che fa parte dell’ AMD, che forse anche senza saperlo è stata per me fonte di ispirazione, guida e grande amica. Mi ha tenuto compagnia nelle notti senza sonno, mi ha asciugato le lacrime con parole a volte neppure troppo dolci, mi ha portato a prendere decisioni importanti ed una volta decisa la cosa giusta, mi ha insegnato come prendere le redini della situazione in mano, asciugarmi il viso e diventare più forte. Angela Nista è una grande donna, senza di lei, tutto sarebbe stato più difficile per me.
Quindi posso dire che sì, sono felice che il mio fidanzato sia stato lontano di casa per due anni, sono felice che si sia arruolato, perché senza questa sua partenza io non avrei conosciuto lei ed altre stupende persone che mi hanno dato sostegno in questa parentesi della mia vita ed anche se adesso andrà tutto in stand by, di certo non perderò queste amicizie meravigliose che ho avuto grazie a lui.

Ora mi sento pronta, so che prima che possa accorgermene ripartirà, che tornerò ad essere la donna di un militare, che la distanza ci separerà ancora, ma questa volta parto preparata, ho imparato come affrontare la situazione e che piangere non risolve niente, meglio prendere in mano un’agenda e progettare mille modi diversi per vedersi.

Grazie a tutte le donne che condividono le loro esperienze, questo rende più facile la vita a quelle che come me, entrano a far parte di questa enorme famiglia come delle bambine e ne escono donne.

Con affetto,

Elena “

Se anche voi desiderate raccontarci le vostre storie e le vostre testimonianze da condividere sul nostro sito, potete scriverci a info@www.laltrametadelladivisa.it e partecipare così alla Rubrica ‘C’è posta per noi’. 

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By |2013-12-09T12:44:33+01:00Dicembre 4th, 2013|Categories: Posta per Noi|Tags: , |0 Comments

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