Come supportare il proprio coniuge: semplici regole per il sostegno

//Come supportare il proprio coniuge: semplici regole per il sostegno

Come supportare il proprio coniuge: semplici regole per il sostegno

E’ necessario che chi studia e si occupa del  DPTS e dei disturbi psicologici nelle forze armate e/o di polizia inizi a guardare alle famiglie assicurando per esse un luogo di confronto e di approfondimento. Luogo necessario a  suggerire e trovare insieme indicazioni specifiche che possano alleggerire le difficoltà che si incontrano e soprattutto per trovare nuove soluzioni e forme di supporto.

Il lavoro e l’esperienza di chi si occupa di sostenere e curare questa patologia deve per forza essere dono anche di conoscenze e nozioni che non possono rimanere nel cassetto  solo di chi svolge il compito di tutela del benessere delle famiglie e di chi questo disturbo lo vive sulla propria pelle .

Il Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) può manifestarsi anche diversi mesi o anni dopo l’evento critico;  i sintomi sotto-soglia esplodono dopo essersi esposti a condizioni simili, o quando un singolo stimolo fa scattare quel grilletto verso il disturbo conclamato.

Purtroppo molte persone cercano di evitare tale tema . L’evitamento è una delle strategie difensive messe in atto per combattere i sintomi; altre volte l’imbarazzo e la vergogna sono così pervasivi che ammetterlo diventa esso stesso un problema.

E’ necessario che chi vive accanto a un soggetto che soffre di PTSD o di qualsiasi altra problematica psicologica sia preparato a gestire tale disturbi.

La responsabilità come familiari è quella di aiutare, supportare e sostenere i nostri congiunti durante questo duro e complesso periodo. Questo ancor più a sostegno di coloro che hanno sacrificato o stanno sacrificando la propria vita e combattono in prima linea per il bene della comunità e della Nazione tutta.

Cosa possiamo fare quindi per sostenere la persona che ci sta accanto? Non vogliamo elencare qui gli ingredienti di una ricetta, ma offrire spunti di riflessione nel percorso verso un supporto efficace. Cosa ci serve quindi?

  1. Comprensione e partecipazione:

Questo primo passo dovrebbe essere il più semplice. Richiede l’essere semplicemente lì, essere presente; comprendere che questo è un momento difficile e attivare tutti i propri processi empatici per riuscire a cogliere il disagio emotivo del proprio familiare . Provare quindi a mettersi nei suoi panni; piuttosto che costruire soluzioni e dare consigli preconfezionati, mettetevi in ascolto, chiedete cosa gli serve per sentirsi meglio, trovate quindi soluzioni condivise insieme. Ascoltate e in un silenzio attivo fate sentire la vostra presenza

2. costruire occasioni socializzanti:

La risocializzazione  si riferisce alla familiarizzazione del coniuge con tutte le attività che facevano parte della sua vita prima che manifestasse i sintomi o avesse diagnosi di DPTS. Attività che sicuramente, piano piano ha abbandonato.

Se il tuo  familiare  non svolge più il lavoro durante il quale ha vissuto eventi traumatici e  ha avuto una diagnosi di DPTS  questo è un elemento significativo. Aveva un ruolo di comando prima nel suo campo? Assicurati di non escluderlo dalle decisioni familiari, fagli sentire che ha ancora un potere decisionale importante.  Aveva degli hobby precedenti ? Era responsabile di portare i bambini a scuola la mattina? Tiralo fuori dall’ isolamento che sta sentendo e immergilo in  un vissuto di familiarità che lo faccia sentire vivo. Partecipare e non sentirsi un peso è un fattore principale per non aggravare la sintomatologia.  Ci sono una varietà di modi in cui il disagio può manifestarsi : il tuo familiare può sperimentare flashback traumatici, evitamento, ottundimento emotivo e altro ancora. Questo non significa che non ama più la sua famiglia, il suo cervello è occupato a risolvere rompicapi bene più complessi e invalidanti.

Se invece ancora  mantiene il posto di lavoro, è fondamentale individuare il disturbo, effettuare una diagnosi e procedere verso una cura efficace.  I flashback traumatici possono essere particolarmente problematici sul lavoro; chi soffre di flashback dovrebbe prendersi una pausa dagli aspetti “pericolosi” del proprio lavoro, che possano in qualche modo fungere da triggers  fino a quando la situazione  non sarà sotto controllo.

Avere un sistema di supporto , in questa fase è molto importante sia che si tratti di un partner o di un collega, sarebbe fondamentale informare qualcuno in grado di prestare attenzione al suo benessere. È utile avere qualcuno che possa assicurarsi che il loro PTSD non determini decisioni che possa rivelarsi pericolose soprattutto se il familiare porta con sé per lavoro un’arma.

3. Non ossessionarlo:

Metti da parte la tua ansia e prenditi i tuoi spazi. Il tuo familiare potrebbe avere difficoltà ad adattarsi al momento, ma non possiamo incorrere nell’errore che si possa sentire sbagliato o di peso .

Il suo impegno sul lavoro potrebbe aumentare la sintomatologia e  la probabilità di sviluppare PTSD. È un rischio del suo lavoro. Affrontare il suo turbamento  in ogni conversazione, ogni giorno e in ogni momento può catapultarlo continuamente in ciò che cerca di evitare.  Prendi le cose un giorno alla volta, vivi nella quotidianità e se necessario prova ad indirizzare la presenza di PTSD nella tua vita chiedendo supporto a uno specialista.

4. Non sottovalutare la situazione:

D’altra parte, non si vuole minimizzare la gravità della condizione. Il disturbo  non è qualcosa di semplice, gli sbalzi di umore sono frequenti. Devi imparare a disinnescare le situazioni attivanti e creare un ambiente in cui il tuo familiare possa sentirsi al sicuro per affrontare ogni cosa. Questo è molto importante, soprattutto  se ci sono bambini. Proteggi la sicurezza di tutti affrontando questo problema e imparando ciò che è necessario per ridurre qualsiasi attrito.

Qualsiasi situazione può diventare un ostacolo da superare. Se entrambi impiegherete tempo e sforzi per affrontare il PTSD, questo renderà sicuramente la vostra relazione più forte e rafforzerà il vostro legame.

 

5. Chiedi aiuto:

Essere supportati e sostenuti è fondamentale in qualsiasi momento. Non evitare mai di chiedere aiuto a professionisti del settore o ai servizi che hanno esperienza del disturbo.

Chiedere aiuto è un atto di coraggio e di forza. 

By |2019-01-20T13:04:42+01:00Gennaio 20th, 2019|Categories: Articoli Staff AMD|Tags: , , , , , |0 Comments

About the Author:

Leave A Comment

PROSSIMI EVENTI

Non ci sono eventi in arrivo al momento.

ARTICOLI RECENTI